Quando, nel 1981, Douglas Hofstadter affiancò Martin Gardner nella stesura della rubrica di matematica ricreativa della rivista "Scientific American" ("Le Scienze" nella traduzione italiana), alternandosi con lui per alcuni mesi per poi sostituirlo del tutto, gli fece omaggio intitolando la sua nuova rubrica con un anagramma del titolo che aveva quella di Gardner; così "Mathematical Games" si trasformò in "Metamagical Themas".
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La prima puntata della nuova rubrica,
su "Le Scienze" n.152 dell'aprile 1981 |
Le fedeli traduzioni italiane "Giochi Matematici" e "Temi Metamagici" persero purtroppo questo giocoso legame, ma non la forza evocativa che il nuovo titolo nascondeva e che di lì a poco sarebbe esplosa nelle magnifiche trovate che Hofstadter avrebbe generosamente elargito, mese dopo mese, ai suoi lettori, guidandoli verso un mondo dove la matematica, la logica, la razionalità si incontravano e si intrecciavano con naturalezza e poesia con la curiosità, la fantasia, la creatività.
Ricordo l'avidità con cui, studente liceale, leggevo i suoi articoli e la sorpresa che ogni volta mi suscitavano. E, a dire il vero, questa catena di sorprese non si è esaurita nei temi metamagici pubblicati su "Le Scienze" ma è continuata con la lettura dei libri di Hofstadter, dal celeberrimo "Gödel, Escher, Bach, un'eterna ghirlanda brillante" (Adelphi, 1984) fino al fantastico "Anelli nell'io" (Mondadori 2008), passando attraverso le tappe intermedie degli altri suoi gustosissimi lavori.